Mediazione tra Kiev e Mosca. I cattolici sostengano di più il Papa Francesco

Le parole del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin alimentano la speranza.“Si’, ci sono novita’ ma naturalmente a livello riservato. La cosa credo comunque che sia stata spiegata e credo che si andra’ avanti”. Dunque il paziente e delicato lavorìo diplomatico voluto dal Papa procede nonostante le  smentite di rito dalle parti in guerra. Quello che dispiace dover constatare  è che  il mondo cattolico non ha compreso fino in fondo la portata delle iniziative di pace sul fronte di guerra ucraina di Papa Francesco e non segue del tutto la linea, l’unica possibile, che non è quella dell’ideologismo pacifista fine a se stesso ma quella del realismo politico  cristiano che il Santo Padre propone nella ricerca di una soluzione al conflitto.

La definizione e la qualifica di “guerra giusta” è una questione complessa e per i cattolici il riferimento non può che essere Papa Francesco, una voce nel deserto della ricerca della pace, al momento, come ha sottolineato recentemente anche il Cardinale  Parolin, in una intervista a Limes. E’ chiaro che il mondo si sta dividendo in blocchi, come dopo Yalta, i focolai di guerra sono tanti (oltre l’Ucraina, Taiwan, Medio Oriente, ecc.), ma anche nel Mediterraneo, e il ruolo degli Usa nei vari scacchieri è decisivo: sono nostri alleati, certo, ma non possiamo essere troppo loro dipendenti perché in molti casi i loro

interessi ed i loro obiettivi sono diversi rispetto a quelli di noi italiani e di noi europei.

Il Papa, come ha sottolineato Parolin, al momento è l’unica autorità morale che ha centrato il punto, nel solco della Dottrina sociale della Chiesa, inquadrando il tema della guerra dal punto di vista antropologico, etico e teologico, facendo riferimento al peccato degli uomini, al Male, che non si può eliminare nella natura umana, e dunque rende inutili ragionamenti sull’eliminazione della guerra come elemento di conflitto sociale. Il punto reale  e centrale è come conciliare la sovranità degli Stati con la ricerca della pace, ponendo alcune condizioni che rendono legittima la difesa con le armi.

Come ha detto anche il Cardinale Parolin, la guerra inizia nel cuore dell’uomo, ogni insulto sanguinoso allontana la pace e rende più difficile qualsiasi negoziato: il Papa lo ripete spesso nei suoi appelli, non basta che una delle parti proponga la pace o la ipotizzi in via unilaterale. La legittimazione morale della difesa armata nasce dai danni gravi e durevoli provocati da un nemico e soprattutto quando tutti gli altri mezzi per la risoluzione di un conflitto siano stati sperimentati.

Questo dice la Dottrina sociale ed in particolare il Catechismo della Chiesa voluto da San Giovanni Paolo Secondo, e questo ha ripetuto il Papa recentemente anche in Ungheria, lanciando un appello al mondo a muoversi,  a prendere iniziative. Siamo sicuri che tutti stiano facendo tutti gli sforzi possibili per la pace? E siamo sicuri che lasciare il proprio popolo esposto a un massacro sia sempre legittimo, anche in caso di aggressione criminale? Poi c’è il tema delle armi moderne, del nucleare, che rischia di non limitare il conflitto a un’area geografica.

Ecco perché il Papa non pratica un pacifismo ideologico e di facciata, ma va ad analizzare le cause nel tentativo di cercare una mediazione vera: per il Santo Padre non esistono Cappuccetto rosso e il lupo cattivo, ma due popoli, quello ucraino e russo, a cui parlare. Ecco perché in più occasioni Francesco ha accusato la politica di avere come effetto quello di infiammare gli animi, anziché di risolvere i problemi e ha preso di petto la questione antropologica, che si gioca su un terreno sul quale è impossibile ogni forma di mediazione scegliendo il campo dei valori indisponibili.

Ed è proprio per questo che i progressisti ed i cosiddetti ‘cattolici adulti’ con i loro grandi mezzi di informazione, in questa occasione, praticamente, lo hanno silenziato. Tutto questo sarà nel documento che sottoporrò al prossimo direttivo nazionale dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) in qualità di Presidente Nazionale del Comitato Tecnico Scientifico, per mettere nero su bianco il sostegno dei cattolici al Papa nel suo tentativo di negoziare una pace possibile ma forse non gradita a tutti.

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La Discussine – 11/05/2023