Industria: ‘Bene Rocca su Zes estesa a basso Lazio ma pronti a piano B con distretti industriali’

ADNKronos – 27/10/2023

“La battaglia del governatore del Lazio, Francesco Rocca, è da sostenere con un fronte bipartisan: la proposta di estendere le Zes, zone economiche speciali, dalle regioni del Meridione anche alle province di Latina e Frosinone, non solo è ragionevole dal punto di vista economico e sociale per non creare squilibri in territori industriali omogenei e che non possono essere separati dal punto di vista normativo da muri ingiustificati con zone limitrofe, ma anche per le prospettive di sviluppo che regalerebbe alle aree industriali del basso Lazio”. Lo dichiara il senatore Riccardo Pedrizzi, già presidente della Commissione Tesoro di Palazzo Madama, in merito alla lettera inviata dal presidente della regione Lazio Rocca al ministro del Sud, con delega al Pnrr, Raffaele Fitto, sulla necessità di estendere le Zes, oltre che alle otto regioni meridionali anche alle province di Latina e Frosinone.

“In questa zona dell’Italia centro-meridionale alcuni comparti produttivi che esistono e vivono di ricerca e di export, sono polmoni economici per l’intera regione e per una parte molto ampia del Paese, se si considerano il volume di fatturato, la capacità di investimento e l’indotto che generano a cascata. Per questo – spiega- a prescindere dalla creazione delle Zes, su cui pende la Spada di Damocle dell’Europa, dovremmo essere però pronti, con un piano B, a creare veri e propri ‘distretti industriali’, partendo da questi poli: il farmaceutico, primo per export della regione (12,6 miliardi) e per crescita (+9,5 miliardi dal 2008 ad oggi)”.

E ancora tra i poli Pedrizzi indica “il chimico, con un totale export di 2,8 miliardi nel 2022; l’agro-alimentare dell’Agro-Pontino, con circa 9.500 le aziende agricole nel solo territorio provinciale di Latina, con circa 23mila addetti, 210 milioni di export nel 2022 (+2,7% tendenziale, +4% rispetto al 2019); l’Aerospaziale, che conta oltre 90 unità locali e oltre 8.600 addetti, con esportazioni pari a 1,8 miliardi di euro nel 2022; il nautico, gioiello del made in Italy e del Lazio che è uno degli scrigni che ne contiene pezzi pregiati”.

Divenuti “distretti”, spiega Pedrizzi “potrebbero essere sostenuti con misure mirate, anti-burocrazia e di privilegio fiscale, in grado di aiutare queste imprese impegnate a vincere la battaglia in un’economia globalizzata che la guerra e la concorrenza sleale, così come il dumping sociale rischiano di penalizzare”.

“Solo in questo modo – prosegue – verrebbe valorizzata l’intera area del Sud pontino, favorendo l’aggregazione di imprese in distretti produttivi di eccellenza che possano diventare delle Silicon Valley di ricerca e produzione internazionale superando la dimensione individuale per creare una filiera che può vivere e crescere con il sostegno dello Stato anche in armonia con le zone economiche speciali di altre aree del Paese nelle quali il governo e l’Europa intendono attivare corsie preferenziali di promozione e di vantaggio fiscale e burocratico. L’Europa può anche marciare a più velocità, ma solo se i piani industriali dei singoli Paesi saranno in grado di valorizzare le specificità e intervenire sulle debolezze, non solo nelle zone di desertificazione produttiva ma anche laddove, come nel basso Lazio, alcune realtà già competono sui mercati internazionali e necessitano solo di impulsi alla crescita”.

“Gli attuali poli dunque diventati veri e propri distretti industriali sarebbero in grado di attrarre investimenti e potrebbero rappresentare le risposta, sul piano dell’economia reale, alle esigenze di sviluppo del territorio, con o senza Zes. Dobbiamo perciò essere pronti perché se nemmeno in questo piano B dovessimo riuscire, potremmo correre il rischio di uno scollamento dal resto d’Italia favorito paradossalmente da una maggiore attenzione da parte del governo e dell’Europa verso aree arretrare del Paese per le quali si stanno predisponendo misure ad hoc” afferma ancora Pedrizzi7